IN THE MORNING YOU ALWAYS COME BACK

Cesare Pavese dixit




TU SEI LA TUA PROPRIA SOVRANITÀ



Your own sovereignty it's in the emptiness of this space:

Where you can find the true shapes





Boats at the Sea, W. Turner





http://pajarodechina.blogspot.com/2010/12/vii.html

she says



she says "as the poems go"
as if poems had a life of their own,
as if they were not sitting on her chair,
dozing on her lap,
resting their profiles on the pleats
of her checkered skirt, this autumn.
as if the air could hold a verse.
as if a verse was not a medal,
a silver circle seizing
the view of a street across a window
at a given hour of a checkered autumn,
moulding the angles of her profile,
mourning the shape of every pleat
on a hovering lap where I'd rest,
right now, my shoulders.
an empty chair
like a paper
where I'd pin every trace of her
like a poem.
as she goes.







Installation: Annette Messager.

TINTURA DI GUSTAV VON ASCHENBACH


Guardo di fronte l’impavido mare.
Il mare non invecchia.
Il mare affoga i numeri.
Non si esaurisce, non ha
durata.
Turbulento, traditore, avvelenato.
Divorando naufragi e rifiuti.
E di subito, calmo.
Implaccabile, lapidario, insormontabile;
da le spalle al giudizio, non fa sbagli.
Sono vecchiume patetico, insabbiato,
in un film di Visconti.
Il romanzo fu scritto da Thomas Mann.
M’interpreta Dick Bogarde.
Voglio dissimulare
che sto crollando a pezzi.

Mi umidisce il folgore insolente
di un pubere bagnato
dal sole.
Inseguo i suoi passi,
trascinandomi.
Questa tintura, furiosamente nera,
mi lambisce la fronte.
Si spande e si biforca
in molteplice e anemiche serpenti.
Avide, auscultano il mio collo,
il collo del mio impeccabile abito bianco
fuori luogo.
Sono il segno di una dicadenza strepitosa.
Sono linee d’inchiostro cinese.
Transitano le maniche del mio abito,
tingono la mia faccia di ovvietà.
Vorrei aver impedito l’immondizia.
Vorrei che mi portasse il mare.

Morte a Venezia



" [...] Deteniéndose al borde del agua, con la cabeza baja, empezó a dibujar en la arena húmeda con la punta del pie; luego entró en el agua, que en su mayor profundidad no le llegaba ni a la rodilla, la atravesó dudando, descuidadamente, y dejó el banco de arena. Allí se detuvo un momento, con el rostro vuelto hacia la anchura del mar, luego empezó a caminar lentamente, por la larga y angosta lengua de tierra, hacia la izquierda. Separado de la tierra por el agua, separado de los compañeros por un movimiento de altanería, su figura se deslizaba aislada y solitaria, con el cabello flotante, allá por el mar, a través del viento, hacia la neblina infinita. [...] "

La muerte en Venecia, Thomas Mann

APRI GLI OCCHI

E
Verrai

La notte nuda

come un corpo
di donna
moltiplicato per gli specchi

che saranno, informi,

quello que

è
per tuo sguardo

Invisibile

tra le tue ciglia.










W. Kandisnky, Azzurro

Charles BUKOWSKI, As the Poems Go

As the poems go into the thousands you
realize that you've created very
little.

[...]

C. Bukowski

La fatalità delle donne (II)

ALTER EGO


Dal mattino alla sera vedevo il tatuaggio
sul suo petto setoso: una donna rossastra
fitta, come in un prato, nel pelo. Là sotto
rugge a volte un tumulto, che la donna sussulta.

La giornata passava in bestemmie e silenzi.
Se la donna non fosse un tatuaggio, ma viva
aggrappata sul petto peloso, quest'uomo
muggirebbe più forte, nella piccola cella.

Occhi aperti, distesi nel letto taceva.
Un respiro profondo di mare saliva
sal suo corpo di grandi ossa salde: era steso
come sopra una tolda. Pesava sul letto
come chi s'è svegliato e potrebbe balzare.
Li suo corpo, salato di schiuma, grondava
un sudore solare. La piccola cella
non bastava all'ampiezza d'una sola sua occhiata.
A vedergli le mani si pensava alla donna.


CESARE PAVESE









Sherilyn Fenn









ALTER EGO


From morning till evening he saw the tattoo
on his silky chest: a russet woman,
lying concealed in the field of hair. Beneath there was
sometimes chaos, she leapt up suddenly.
The day passed in cursing and silence.
If the woman were no tattoo but
clung alive to his hairy chest, he'd
cry out more loudly in the little cell.

Wide-eyed, he lay silently stretched on the bed.
A deep sealike sigh swelled
the big solid bones in his body: he lay
as on a boat-deck. He rested heavily on the bed
like someone who on waking might jump up.
His body, salted with spray, poured out
sweat full of sunshine. The little cell
was not big enough for a single one of his glances.
His hands showed he was thinking of the woman.


CESARE PAVESE






traduzione al inglese d'origine sconosciuto




petty things



my heart is made out of pictures
minimal pictures of remains
my heart is a box of fragments
slowly trickling back, pervading fragments
like tempera on the canvas of myself
petty things settled in my eyes
then, dripping without aim
then, threaded to give me borders
petty things move and say
but definitely move
thus the big crime is performed,
made out of a myriad of petty crimes
like stepping on the bus
every morning




Installation: Annette Messager

CAMILLE CLAUDEL (II): L'ESILIO

Con i denti di cogliere il fumo di tua biografia
mi sono tagliata le unghie, per non stracciarmi,
mi sono tagliata le dita, per non scavare,
mi sono tagliata le mani, per non colpirmi.
Con la lingua di scolpire i tuoi occhi
colsi la mia memoria per svuotarla di te.
Nel buco rimasto mi sono sfondata,
stringendo nell'aria di discesa
i resti del naufragio.
Rovine tenerissime, stelle deflagrate,
così sole da perdere gli specchi
e non guardarsi mai più.




Film: Camille Claudel, Bruno Nuytten, 1989.

Camille Claudel (I) ; la passion de l'ombre et le minimal centimètre



Camille Claudel







Le Vals







L'âge mur

Pathos (I) e Gli occhi (di Modigliani)















Medée
, A. Mucha.



make me space



Gerhard Richter, Abstraktes Bild, 2000


make me space when it hurts,
let me cross the in-between space before the dark.
make me space just before it comes, the unnamed.
I'll not sit and witness, I'll dissolve in that glimpse of it,
alien to me, forbidden to the useless stranger.
I'll get soaked and drenched and drowned and you,
dissolving and receding calmly, you'll keep quiet.
I, fully awake on the unbearable surface
of your initial terror,
our burning tremor whirling up my axes.
I, eyes wide open and then blind
to the map of your successive country.
does it snow?
no more pedestrian lights,
no more the loud, yelling sound of traffic.
make me space on the verge of loss,
be aware of my holding my breath,
looking at the train that goes,
ignoring me, forlorn, forsaken.
while I adjust the plastic band,
stubbornly, around my forearm,
pulling with my teeth like this addict I'm,
praying to get the pang
triggered
by the unerring syringe of perplexity.



Carlos de Rokha, e la fatalità delle donne (I)


JULIETA O LA CLAVE DE LOS SUEÑOS








*



U
na mujer de champagne me llama desde un sueño
Donde ella con sus ojos me pervierte
Deliciosa es fascinante
Adorable envenenada
Sobre la boca una mancha más negra
Ese gesto que marca sus pasos
De bella condenada a las habitaciones

El Océano en sus manos renueva sus espejos
La vida que yo amo es ésta entre sus brazos.

Carlos de Rokha


*Il bacio della sfinge, Franz Von Stuck

Roberto Bolaño, Sette poemi brevi; poema I

I

Cade febbre come neve
Neve di occhi verdi.

R. Bolaño

I


Cae fiebre como nieve
Nieve de ojos verdes.
R. Bolaño

"E non ho amato mai tanto la vita...!"




Sandro Penna

Era la mia città, la città vuota
all'alba, piena di un mio desiderio.
Ma il mio canto d'amore, il mio più vero
era per gli altri una canzone ignota.

[1938-1955]


























A. Modigliani, Ritratto di donna con cravatta nera, 1917

G. Ungaretti, Tutto ho perduto

Tutto ho perduto dell'infanzia
E non potrò mai più
Smemorarmi in un grido.

L'infanzia ho sotterrato
Nel fondo delle notti
E ora, spada invisibile,
Mi separa da tutto.

Di me rammento che esultavo amandoti,
Ed eccomi perduto
In infinito delle notti.

Disperazione che incessante aumenta
La vita non mi è più,
Arrestata in fondo alla gola,
Che una roccia di gridi.


Salvatore Quasimodo

THANATOS ATHANATOS


E dovremo dunque negarti, Dio
dei tumori, Dio del fiore vivo,
e cominciare con un no all'oscura
pietra «io sono», e consentire alla morte
e su ogni tomba scrivere la sola
nostra certezza: «thànatos athànatos»?
Senza un nome che ricordi i sogni
le lacrime i furori di quest'uomo
sconfitto da domande ancora aperte?
Il nostro dialogo muta; diventa
ora possibile l'assurdo.

oltre il fumo di nebbia, dentro gli alberi
vigila la potenza delle foglie,
vero è il fiume che preme sulle rive.
La vita non è sogno. Vero l'uomo
e il suo pianto geloso del silenzio.
Dio del silenzio, apri la solitudine.



FOTOGRAFIA


















TINA MODOTTI, Postes con cables, 1924




















EDWARD WESTON, Nude, 1925

Il Trovatore, Verdi; Der Wille zum Glück (II)




fuoco
inverso
all'azione.

Everlasting.

L'ORIGINE DEL COSMO

L'ORIGINE DEL COSMO
YVES KLEIN

VERRÀ LA MORTE E AVRÀ I TUOI OCCHI


C. Pavese dixit